DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Giada Spatti

Giada Spatti

Psicologia - Bsc University of Liverpool

I disturbi del comportamento alimentare (DCA), o più comunemente conosciuti come disturbi alimentari, sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo (Società Italiana di Psicopatologia dell’Alimentazione, 2018). Questi disturbi cominciano a manifestarsi prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il genere femminile, nonostante non sia insolito riscontrarli anche tra il genere maschile. I comportamenti tipici di una persona che soffre di DCA sono: restrizione dell’alimentazione, digiuno, vomito autoindotto, assunzione di lassativi al fine di impedire l’aumento di peso e intensa attività fisica. I disturbi alimentari più comuni sono la Bulimia Nervosa, l’Anoressia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder).

Cause

Non è possibile identificare con certezza le cause che portano allo sviluppo dei disturbi alimentari, perché esse sono molteplici e probabilmente diverse da persona a persona. Tuttavia, la ricerca scientifica ha fatto molti progressi negli anni e gli studiosi sono arrivati a concordare un modello multifattoriale che spiega l’insorgenza e il permanere dei disturbi attraverso 3 tipi di fattori di rischio, che agiscono in modo consecutivo.

I primi fattori di rischio sono i fattori predisponenti, ossia quelli che implicano una vulnerabilità biologica e psicologica; i secondi sono i fattori scatenanti o precipitanti, che giocano un ruolo nel passaggio dalla vulnerabilità al disturbo vero e proprio, e infine i fattori di mantenimento, che impediscono il ritorno alla normalità.

FATTORI PREDISPONENTI

  1. Caratteristiche individuali: accomunano gli individui che soffrono di anoressia, bulimia o binge eating disorder. Il primo elemento è di tipo anagrafico: gli adolescenti sono infatti più vulnerabili, e l’incapacità di adattarsi ai cambiamenti che questa fase della vita comporta può risultare nello sviluppo di disturbi alimentari. Tra i fattori psicologici possiamo ritrovare l’idealizzazione della magrezza: la costante esposizione ai mass-media e social media significa essere costantemente esposti a certi canoni di bellezza che propongono la magrezza come segno di valore; per cui a molte persone, soprattutto le giovani donne, viene inculcato il messaggio che per essere accettate devono essere magre. Inoltre, sono presenti tratti della personalità come il perfezionismo: individui ambiziosi, che mostrano un grande impegno e tenacia spesso tendono a nascondere una bassa autostima e il timore di non essere accettati, per cui il giudizio altrui viene valutato come l’unico modo per stimare il proprio valore. Inoltre, prima che la malattia diventi evidente, si possono riscontrare anche tratti psicologici di ossessività, ansia e depressione; la presenza di un modesto sovrappeso in un individuo con tali caratteristiche psicologiche potrebbe portare a sviluppare uno dei disturbi alimentari.
  2. Caratteristiche familiari: nonostante l’esistenza di varie teorie a riguardo, è impossibile determinare se un particolare clima familiare sia la causa, piuttosto che la conseguenza del disturbo alimentare. Tuttavia, studi significativi hanno evidenziato che una elevata insoddisfazione corporea nei genitori favorisce un analogo atteggiamento, in particolare nelle figlie femmine. Inoltre, è stato ipotizzato che alcuni fattori di predisposizione genetica possono facilitare lo sviluppo di disturbi alimentari.
  3. Caratteristiche socioculturali: l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono principalmente diffuse nei paesi industrializzati e nei paesi in via di sviluppo, in proporzione al livello di assimilazione della cultura occidentale. Nella società odierna l’immagine di una persona di successo (soprattutto una donna) non è più legata al possesso di particolari capacità, ma piuttosto a modelli irreali di bellezza e di magrezza. Il culto del valore estetico è diventato tale che la bellezza viene posta come presupposto implicito della qualità della persona. È quindi facile intuire quanto questi modelli possano influire su persone particolarmente vulnerabili e dalla bassa autostima.
 

FATTORI SCATENANTI

I fattori precipitanti sono quei fattori che favoriscono lo sviluppo di un disturbo alimentare vero e proprio in un individuo predisposto. A volte la comparsa del disturbo può essere legata a cambiamenti improvvisi, per esempio problematiche adolescenziali come il distacco dalla famiglia, lo sviluppo puberale, l’inizio o la conclusione di una relazione affettiva, la perdita di amici, il verificarsi di molestie fisiche o psicologiche. Altre volte sono legate a momenti difficili della vita come la morte di un amico o un congiunto, una malattia o una crisi familiare. Nonostante le cause possano essere diverse, hanno comunque molta influenza i commenti delle persone in riferimento al peso e all’aspetto fisico.

FATTORI DI MANTENIMENTO 

I fattori di mantenimento contribuiscono a rinforzare la condizione patologica una volta innestata. Tra questi possiamo riscontrare gravi distorsioni dell’immagine corporea, che portano la persona a convincersi definitivamente che il proprio valore è determinato dal proprio peso. Rinforzi positivi da parte dell’ambiente: all’inizio del dimagrimento, soprattutto se la persona era in lieve sovrappeso, è plausibile che riceva dei complimenti, che però servono solo a rinforzare l’idea che per essere apprezzati bisogna essere magri.

ANORESSIA NERVOSA

L’Anoressia Nervosa è la terza malattia cronica più comune fra le adolescenti, è gravata dal tasso di mortalità più alto tra i disturbi psichiatrici. La diagnosi si basa su criteri descrittivi accordati dalla comunità scientifica ed elencati nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders), e che si differenziano in: peso insufficiente, disturbo dell’immagine corporea, timore di ingrassare e amenorrea (assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi dall’ultimo menarca). Le persone che soffrono di questo disturbo tendono ad avere un’immagine distorta del proprio peso e del proprio corpo che spesso sfociano nella convinzione erronea di essere sovrappeso anche quando non lo sono. Per questo motivo cercano di mantenere un peso corporeo molto basso, rifiutando di mangiare cibo a sufficienza, tramite la pratica eccessiva di esercizio fisico e l’autoinduzione del vomito. Alcuni sintomi dell’anoressia nervosa sono:

  1. Il controllo continuo del peso e la convinzione erronea e di essere sovrappeso
  2. Saltare i pasti o evitare di consumare cibi ipercalorici
  3. Mentire sulla quantità di cibo consumato e sul proprio peso
  4. L’assunzione inappropriata di farmaci lassativi, diuretici o anoressizzanti
  5. La pratica esagerata di esercizio fisico
  6. La pratica di rigidi regimi alimentari
 

Nella fase iniziale si può osservare un periodo di benessere dovuto alla perdita di peso e alla migliorata percezione della propria immagine. Tuttavia, in seguito la preoccupazione di ingrassare e l’immagine del proprio coro diventano ossessive.

BULIMIA NERVOSA

La comparsa del disturbo della bulimia nervosa è spesso preceduta da un trauma emotivo in cui non si riesce a controllare il sentimento di perdita e frustrazione, e che porta la persona a convincersi erroneamente che il proprio valore dipenda dal proprio peso e immagine corporea. La principale differenza fra anoressia e bulimia è la presenza di ricorrenti abbuffate (periodi in cui viene assunto molto cibo in poco tempo) da parte dai soggetti affetti da quest’ultima. L’abbuffata è generalmente provocata da un episodio che porta il soggetto a trovarsi in uno stato di irritazione, ansia o depressione. Per cercare di alterare questo stato d’animo il soggetto tende ad assumere un elevata quantità di cibo in un breve lasso di tempo (la cosiddetta abbuffata), che inizialmente sembra ridurre la disforia, ma in genere questo sollievo è di breve durata, e in genere è seguito da autocritica e disprezzo per se stessi. Per cui le persone che soffrono di bulimia adottano comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, quali vomito autoindotto, abuso di lassativi, digiuno o esercizio fisico eccessivo. Alcuni sintomi della bulimia nervosa sono

  1. L’assunzione di grandi quantità di cibo in poco tempo
  2. Andare spesso in bagno dopo aver mangiato e tornare con il volto arrossato
  3. Frequenti sbalzi d’umore
  4. Una criticità ossessiva verso il proprio corpo e peso
  5. Eccessivo esercizio fisico

DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA

Il binge eating disorder, o disturbo da alimentazione incontrollata, è caratterizzato, come la bulimia, da ricorrenti episodi di abbuffate, con la differenza che queste non sono seguite da vomito autoindotto o comportamenti compensatori. Il soggetto che soffre di questo disturbo, sperimenta sintomi fisici e psicologici negativi in seguito alle abbuffate: i sintomi fisici comprendono principalmente dolore fisico, spesso allo stomaco dato dall’eccessiva ingestione di cibo, mentre i sintomi psicologici sono caratterizzati da stati emotivi negativi quali vergogne, disgusto, tristezza e frustrazione. Inoltre, questo disturbo è spesso legato ad altri disturbi quali l’obesità. 

Le cause che portano allo sviluppo del disturbo sono ancora poco chiare, ma tra i fattori principali si possono riconoscere problematiche sociali e culturali (per esempio la pressione sociale per la magrezza o continui commenti critici sul peso di una persona) e cause psicologiche per esempio la depressione.

Alcuni sintomi del binge eating disorder sono:

  1. Mangiare più rapidamente del normale
  2. Consumare cibo fino a sentirsi sgradevolmente pieni
  3. Alimentarsi con grandi quantità di cibo anche se non se ne ha il bisogno fisiologico
  4. Mangiare da soli perché si prova vergogna
  5. Sentirsi depressi, provare disgusto verso sé stessi dopo l’abbuffata
 

Spesso chi soffre di binge eating disorder, prima di rivolgersi a uno specialista psichiatra, tende a ridurre il proprio peso corporeo attraverso le diete, senza risultati in quanto il problema alla base è psicologico e non fisico. Questi numerosi tentativi falliti alimentano un senso di frustrazione e fallimento che portano alla riduzione dell’autostima.

Per la maggior parte delle persone con disturbi del comportamento alimentare, la consapevolezza di avere un problema è scarsa e la paura di affrontare un cambiamento è molto forte. Queste persone non vedono la loro ossessione per la magrezza, l’utilizzo di lassativi o altre tecniche per dimagrire come un problema, ma piuttosto come una soluzione ai propri problemi, per cui molte persone affette da disturbi alimentari non chiedono aiuto.

Per la cura di queste patologie è necessario rivolgersi a centri specialistici che si occupano specificamente di questi problemi al fine di poter effettuare prontamente una corretta diagnosi differenziale, di effettuare tutte le valutazioni specialistiche necessarie e di ricevere indicazioni corrette sul trattamento da seguire.

Dal momento che i disturbi dell’alimentazione sono infatti disturbi psichiatrici con importanti manifestazioni psicopatologiche ed una alta frequenza di complicanze mediche, l’approccio più efficace è quello multidisciplinare e integrato.

In conclusione, i disturbi del comportamento alimentare possono succedere a chiunque, in qualsiasi momento della propria vita. Nonostante alcuni comportamenti (mangiare troppo poco eccessivamente, abbuffarsi) siano comuni a tutti, è necessario un adeguato intervento clinico qualora ve ne fosse necessario. Questo tipo di disturbi danneggiano la salute fisica e il funzionamento psicologico e non devono essere considerati secondari a nessun’altra condizione medica o psichiatrica.

SALUTE

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