CIBO, UNO STRUMENTO PER LA SALUTE

Simone Grassi

Simone Grassi

Founder Helsetech

Al giorno d’oggi siamo portati a considerare il cibo come un nemico da tenere a bada, una cosa che ci porta così tanta soddisfazione ma allo stesso tempo troppo spesso ci strugge, tuttavia non ci soffermiamo mai a pensare a come in realtà sia uno strumento molto potente se utilizzato correttamente.

L’affermazione “siamo quello che mangiamo” non potrebbe essere più vera, dal cibo noi non ricaviamo solo energia (funzione catabolica) ma anche mattoni per costruire muscoli e ossa forti (funzione anabolica o plastica), bio-regolatori, sali minerali, metalli, sostanze di accumulo…

Un primo importante ragionamento da fare è il motivo per cui mangiamo, ovviamente in quanto organismi eterotrofi (incapaci di sintetizzare autonomamente tutte le molecole organiche di cui necessitiamo) questo ci serve per sopravvivere, ma esistono due meccanismi che ci spingono a mangiare:

  • Fame: il centro della fame nell’ipotalamo è influenzato da meccanismi come contrazione dello stomaco, carenza di zuccheri (glicemia), orari, abitudini e aumenta la salivazione, ci rende irritabili e ci porta a ricercare il cibo.
  • Appetito: è il desiderio di mangiare qualche cosa anche se non si ha realmente fame
 

Nel 2005 il nutrizionista T. Colin Campbell pubblica il “The China Study”, durato 27 anni con la collaborazione di 3 istituzioni sanitarie di importanza mondiale: Cornell University, Accademia cinese di Medicina preventiva e Scienze mediche e la Oxford University, metteva in evidenza stupefacenti correlazioni: diete a base di alimenti vegetali non lavorati sono in grado di prevenire o contribuire a curare un ampio spettro di malattie come i calcoli renali, morbo di Alzheimer, calcoli biliari e alcune forme di tumore come quello al seno, ai polmoni, al colon, alle ovaie, all’utero, alla prostata.

In realtà la validità di tali conclusioni è stata pesantemente messa in discussione a causa di errori metodologici e fallacie logiche e correlazioni, al punto da essere definita “una serie di speculazioni completamente prive di fondamento”, tuttavia esse hanno messo in luce l’argomento incentivando successivi studi più rigorosi atti a confermare o confutare queste teorie.

Proviamo ad analizzare a titolo di esempio alcune delle sostanze che presentano maggiori benefici su vari aspetti del nostro organismo:

Gli studi dimostrano che l'alimentazione può prevenire o contribuire a curare tutte queste malattie

PROBIOTICI

Nel nostro intestino è presente una massa di microbi e batteri di circa 1.5kg, essa è detta simbiotica perché consiste sostanzialmente in una mutua collaborazione tra corpo umano e questa flora batterica con vantaggi per entrambe le parti.

Affinché possa essere definito probiotico, un batterio deve essere normalmente presente nell’intestino, resistere all’azione digestiva, non deve dare nessuna reazione immunitaria o nociva, deve aderire alle cellule intestinali fornendo un effetto benefico grazie all’antagonismo con batteri patogeni.

Come riportato da Giacinto Miggiano [Direttore del Centro Nutrizione Umane, Università Cattolica di Roma] “assumere un probiotico, contenuto in un alimento, è importante conoscere il nome completo del ceppo di appartenenza, la quantità di probiotici vivi contenuti nel prodotto e le adeguate condizioni di conservazione: informazioni che devono essere, di norma, tutte riportate sulla confezione dei cibi o integratori” e dato che i probiotici degli yogurt commerciali, se non espressamente dichiarato, vengono inattivati dai processi digestivi non sono da considerarsi propriamente tali quindi attenzione all’acquisto oppure lo si può realizzare in casa.

Secondo molti studi i probiotici contribuiscono in modo significativo a prevenire e migliorare allergie, infiammazioni intestinali e alterazioni immunitarie associate all’obesità e all’invecchiamento.

ANTIOSSIDANTI

Gli antiossidanti sono sostanze in grado di neutralizzare i radicali liberi, molecole chimicamente molto reattive generate nel corso dei processi metabolici (associabili ad una combustione) da una piccola quantità di ossigeno, e proteggere l’organismo dai danni che essi causano alle membrane plasmatiche e al DNA.

I radicali liberi accelerano l’invecchiamento delle cellule, indeboliscono il sistema immunitario e favoriscono l’insorgenza di malattie e forme tumorali, tuttavia il nostro organismo riesce a controllare questa azione tramite sostanze sintetizzate autonomamente o assunte tramite gli alimenti.

Le sostanze che presentano un maggiore effetto positivo sono la Vitamina E, Vitalina C, Omega-3, i carotenoidi, i polifenoli e le antocianine contenuti ad esempio nel riso integrale, nel limone, nei mirtilli, nelle carote, negli spinaci, nel cacao…

Allo stesso tempo una dieta eccessivamente ricca di grassi animali, oli vegetali, pesce grasso o eccesso di ferro può aumentare l’attività dei radicali accentuandone gli effetti negativi.

MAGNESIO

Nel nostro corpo questo minerale è presente principalmente nelle ossa, tuttavia è di fondamentale importanza anche per il sistema nervoso, muscoli (cuore incluso) e metabolismo.

Uno dei ruoli principali che svolge è quello distensivo nei confronti delle cellule nervose, che altrimenti diventano ipereccitabili e non svolgerebbero adeguatamente la trasmissione di segnali, e muscolari evitando crampi e spasmi.

Il magnesio aiuta a fissare il calcio nelle ossa e nei denti, di conseguenza aiuta a prevenire osteoporosi e carie, inoltre agisce nel metabolismo degli zuccheri, proteine, grassi, partecipa alla coagulazione del sangue, regola il PH e i processi digestivi, ha un effetto lassativo, aiuta l’assimilazione delle proteine e riduce la stanchezza mentale.

Nelle donne è particolarmente importante poiché aiuta a contrastare la sindrome pre-mestruale, i fastidi legati alla menopausa ed è fondamentale per mantenere una buona fertilità.

Secondo il LARN un’assunzione corretta è di almeno 80-240mg ed è possibile ricavarlo da alghe, semi di zucca, girasole o sesamo, noci, mandorle, cacao, cereali integrali, avocado e banane, ma attenzione perchè eccessi di sale, zucchero e alcool ne limitano l’assorbimento.

RESVERATROLO

Chi non ha mai sentito parlare dei benefici di un bicchiere di vino a pasto? Ebbene non è propriamente corretto, la sua origine infatti risale ad uno studio secondo cui i francesi che consumavano vino rosso quotidianamente, avevano una minore incidenza di malattie cardiovascolari, tuttavia in seguito si è scoperto che l’effetto benefico è da attribuire al Resveratrolo.

Come riporta l’ARTOI [Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate] il Resveratrolo è un polifenolo ad azione antiossidante contenuto nella buccia dell’uva, con forte azione protettiva contro patologie metaboliche, aterosclerosi e ictus; l’effetto del vino rosso è quindi riconducibile alla tecnica di vinificazione, ma la concentrazione tende a rimanere comunque bassa.

Inoltre la presenza dell’alcool, potente psicoattivo e certamente cancerogeno, non contribuisce di certo positivamente alla salute, di conseguenza il vero beneficio lo si può ricavare mangiando dell’uva fresca mentre il vino consumato moderatamente può rimanere un piacere con funzione aperitiva e sociale, ma non una necessità.

EFFETTI PSICOLOGICI

La relazione tra alimentazione e salute fisica è generalmente riconosciuta, ciò che non tutti sanno è il contributo che può dare anche alla cura di malattie psicologiche.

Esistono diversi studi che suggeriscono una possibile associazione fra una dieta ricca di carni, grassi e cibi trasformati e il rischio di sviluppare sintomi ansiosi o depressivi e, al contrario, una riduzione del rischio (-50% se abbinato a uno stile di vita sano) correlata a una dieta mediterranea ricca di frutta e verdura, ad alto contenuto di grassi insaturi, come quelli di noci e pesce, e povera di alimenti trasformati.

Jane Pei-Chen Chang e colleghi del Medical University Hospital di Taiwan, hanno trovato nei bambini complesse relazioni tra il consumo di alimenti, sintomi fisici e prestazioni cognitive. In particolare, hanno scoperto che il deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e la severità dei suoi sintomi sembrano correlati alla presenza di sintomi da carenza di acidi grassi essenziali (omega-2 e omega-6), nonostante i livelli di assunzione di questi bambini fosse uguale a quella del gruppo di controllo.

Jerome Sarris, dell’Università di Melbourne e colleghi, si sono concentrati sui potenziali interventi nutrizionali per il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), esaminando l’effetto dell’integrazione dietetica con l’aminoacido N-acetilcisteina e grazie a un gruppo eterogeneo e controllato, hanno scoperto che, per quanto questo tipo di integrazione non riduca i sintomi del disturbo sulla popolazione generale dei pazienti testati, i dati suggeriscono una possibile risposta positiva nei soggetti più giovani e in quelli in cui la sintomatologia aveva iniziato a manifestarsi da meno tempo.

Possiamo concludere che quello che mangiamo è la prima barriera che abbiamo contro le malattie nonché la medicina più facile da reperire, se esistesse un farmaco o un intervento chirurgico in grado di ottenere risultati analoghi senza effetti collaterali analoghi a un’assunzione corretta di cibo chiunque sarebbe in fila per farlo.

Il cibo che consumiamo è uno strumento estremamente versatile, ci permette di avere felicità a breve termine mangiando una bella fetta di torta e a lungo termine curando qualità e quantità durante le nostre giornate, la pizza con gli amici ha una funzione sociale mentre cucinare è un hobby rilassante e gratificante; come ogni strumento imparare ad utilizzarlo correttamente fa la differenza, ma a questo punto è evidente che il gioco vale la candela.