I FALSI ALLEATI A TAVOLA: IL FRUTTOSIO

Valentina Arrigoni

Valentina Arrigoni

Biologa Nutrizionista

La nostra dieta ha affrontato grossi cambiamenti negli ultimi decenni; tra questi, l’assunzione di fruttosio è più che raddoppiata nell’ultimo trentennio. Questo zucchero semplice è ampiamente presente all’interno di bevande analcoliche, succhi di frutta e prodotti da forno. 

L’interesse attuale della comunità medico scientifica verso il consumo di fruttosio deriva dal sempre maggiore incremento del suo utilizzo come dolcificante nell’industria alimentare, soprattutto sotto forma di saccarosio (composto per il 50% da fruttosio) o sotto forma di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (composto per il 55% da fruttosio). Senza basarsi su evidenze scientifiche, il fruttosio viene proposto come sostanza dietetica, come alimento per diabetici, e come integratore sportivo per gli atleti [1].

Il fruttosio è oggi comunemente utilizzato nella produzione di bevande analcoliche, succhi di frutta e prodotti da forno. Questi prodotti costituiscono grande parte della nostra dieta, in particolare nei bambini e negli adolescenti.

Le bevande zuccherate rappresentano le principali fonti di fruttosio nella nostra alimentazione e comprendono bibite, succhi di frutta e integratori per l’attività sportiva [3]. 

Prima del 1900, la popolazione consumava 15 grammi di fruttosio al giorno (4% dell’intake calorico totale), principalmente attraverso l’assunzione di frutta e verdura. Già nel 1940 l’assunzione di fruttosio era aumentata a 24 grammi al giorno; nel 1977 ammontava a 37 grammi al giorno e nel 1994 era arrivata a 55 grammi al giorno.

Gli adolescenti di oggi consumano 72,8 g al giorno (12,1% dell’intake calorico totale) di fruttosio; e il 20% degli adolescenti arriva a consumare il 25% o più del proprio introito calorico sotto forma di fruttosio [4]. Come intuibile, il consumo di fruttosio è aumentato di cinque volte nell’ultimo secolo e più che raddoppiato negli ultimi trent’anni.

Fruttosio e ipertensione

il fruttosio si è rivelato capace di causare un aumento della pressione arteriosa attraverso tre meccanismi:
1) l’aumentato assorbimento del sale stimolato dal fruttosio: Diversi studi hanno evidenziato che un’eccessiva assunzione di fruttosio stimola l’assorbimento intestinale di sodio e cloruro, inducendo un di conseguenza un aumento delle concentrazioni saline nel sangue che aumentano la pressione arteriosa portando a trattenere i liquidi [4]
2) l’induzione di disfunzione endoteliale cronica: L’endotelio rappresenta la parete dei vasi sanguigni. Le cellule endoteliali giocano un ruolo di vitale importanza nella regolazione del tono vasale quindi della dilatazione o del restringimento delle nostre arterie. Numerosi studi hanno dimostrato che livelli eccessivi di metaboliti del fruttosio circolanti derivanti da diete ad alto contenuto di fruttosio possono alterare la funzione endoteliale, aumentando così la pressione arteriosa [5].
3) stimolazione del sistema nervoso simpatico: moltissimi studi hanno dimostrato l’attivazione cronica del sistema nervoso simpatico da parte fruttosio, questa sovrastimolazione aumenta i livelli circolanti di noradrenalina (una potente sostanza in grado di aumentare velocemente la pressione arteriosa).

Fruttosio e insulino-resistenza

l’insulina nel nostro organismo ha il ruolo di stimolare la cellula ad assorbire e utilizzare lo zucchero presente nel sangue, al fine di rimuoverlo dal circolo sanguigno e renderlo utilizzabile per i processi cellulari. la resistenza insulinica è una condizione in cui l’insulina “fatica” a comunicare con la cellula portando a un pericoloso aumento dei livelli di zuccheri circolanti, predisponendo a patologie come il diabete

Da numerosi studi è emersa la capacità del fruttosio di indurre insulino-resistenza; infatti la sua assunzione in quantità eccessive riduce le concentrazioni di adiponectina, importante ormone alleato dell’insulina coinvolto nella regolazione della concentrazione sanguigna degli zuccheri, la cui carenza si associa all’insulinoresistenza [7].

Fruttosio e obesità

Il consumo di fruttosio in eccesso è correlato con l’accumulo di tessuto adiposo viscerale (a livello dell’addome), quindi con l’aumento della circonferenza vita. Il fruttosio stimola l’attività di un enzima noto come cortisone reduttasi; questo enzima ha il compito di trasformare il cortisolo presente nel nostro organismo nella sua forma attiva, inducendo gli effetti tipici di questo ormone surrenalico, come l’aumento del peso corporeo e la riduzione delle difese immunitarie [8].

Osservando gli effetti del consumo eccessivo del fruttosio su questi fattori di rischio possiamo comprendere che non tutte le calorie fornite dagli zuccheri semplici come il fruttosio e il glucosio sono uguali, infatti quelle fornite dal fruttosio aumentano i processi che favoriscono l’obesità e le patologie vascolari molto più di quanto non
faccia il glucosio.

È chiaro che il consumo eccessivo di fruttosio, proveniente prevalentemente dalle bevande dolcificate, sia divenuto una minaccia per la salute cardio-metabolica. Questi fatti richiedono la riduzione del consumo di fruttosio, in particolare delle bevande dolcificate al fine di limitare il più possibile il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari. Questa attenzione deve essere rivolta in particolare verso bambini e adolescenti che consumano in grande quantità prodotti contenenti fruttosio. Per limitare il consumo di fruttosio è sufficiente attenersi alle linee guida della dieta mediterranea, che prevedono di ridurre al minimo il consumo di zuccheri semplici durante la giornata; la frutta invece può e deve essere regolamente assunta, specialmente se ricca di fibra.

dott.ssa Valentina Arrigoni Biologa Nutrizionista

BIBLIOGRAFIA

  • [1] Mayes, P. A. Intermediary metabolism of fructose. Am. J. Clin. Nutr. 58, 754S-765S (1993).
  • [2] Hannou, S. A., Haslam, D. E., McKeown, N. M. & Herman, M. A. Fructose metabolism and metabolic disease. J. Clin. Invest. 128, 545–
    555 (2018).
  • [3] Hall, J. E. et al. Obesity-induced Hypertension: Role of Sympathetic Nervous System, Leptin, and Melanocortins. J. Biol. Chem. 285,
    17271–17276 (2010)
  • [4] Hu, R.-M., Levin, E. R., Pedram, A. & Frank, H. J. L. Insulin Stimulates Production and Secretion of Endothelin From Bovine Endothelial
    Cells. Diabetes 42, 351–358 (1993)
  • [5] Tran, L. T., MacLeod, K. M. & McNeill, J. H. Selective alpha1-adrenoceptor blockade prevents fructose-induced hypertension. Mol. Cell.
    Biochem. 392, 205–211 (2014).
  • [6] Schwarz, J.-M. et al. Effect of a High-Fructose Weight-Maintaining Diet on Lipogenesis and Liver Fat. J. Clin. Endocrinol. Metab. 100,
    2434–42 (2015).
  • [7] Weyer, C. et al. Hypoadiponectinemia in Obesity and Type 2 Diabetes: Close Association with Insulin Resistance and Hyperinsulinemia. J.
    Clin. Endocrinol. Metab. 86, 1930–1935 (2001).
  • [8] DiNicolantonio, J. J., Mehta, V., Onkaramurthy, N. & O’Keefe, J. H. Fructose-induced inflammation and increased cortisol: A new
    mechanism for how sugar induces visceral adiposity. Prog. Cardiovasc. Dis. 61, 3–9 (2018).

ALIMENTAZIONE

I FALSI ALLEATI A TAVOLA: IL FRUTTOSIO

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